Le denunce per diffamazione nelle campagne elettorali di Montenero: una novità inquietante

Fa discutere la condanna di D'Ascanio, ma la crescente tensione nelle votazioni comunali arriva da più lontano

Rossano D'Antonio
04/12/2021
Politica
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MONTENERO DI BISACCIA. Nella primavera 1990 uno arringava la folla nei comizi più affollati e applauditi di sempre, l'altro studiava allo Scientifico e qualche pomeriggio a settimana si recava al Conservatorio di Campobasso per le lezioni di violino. Uno a quasi trentotto anni preparava il rientro da trionfatore in quel Comune dal quale era stato defenestrato con un colpo di palazzo un anno prima, e forse già presagiva una proficua e lunga carriera politica. All'altro mancava qualche settimana a compierne diciassette e chissà se già pensava che un giorno anche lui sarebbe diventato sindaco. In questa foto di quindici anni dopo, nel 2005, invece si conoscevano ed erano diventati avversari politici. In comune, d'altra parte, hanno sempre avuto solo il nome, Nicola.

Ambedue fuori dall'agone politico, da ieri a distanziare D'Ascanio e Travaglini c'è anche una sentenza di condanna in primo grado per diffamazione aggravata. Sotto accusa le dichiarazioni rese in campagna elettorale per le comunali nel 2015 da D'Ascanio in pubblico, sui media e sui social. Travaglini era sindaco uscente e ricandidato (poi vincente) in una lista avversaria. L'ex presidente della Provincia lo sfidava per tornare a sedersi sullo scranno occupato a cavallo degli anni Ottanta e Novanta. Ma, ora anche secondo la sentenza di primo grado, avrebbe usato toni troppo duri. I suoi legali hanno annunciato il ricorso in appello per ribaltare la sentenza di condanna e aspettano le motivazioni della stessa.
Si tratta in ogni caso di un fatto probabilmente senza precedenti a Montenero, dove certo non sono mancate le campagne elettorali accese, ma di denunce per diffamazione contro altri candidati non si ha memoria. Almeno fino a quel 2015, lo spartiacque, forse la perdita dell'innocenza, poiché cinque anni dopo in modalità diverse e coinvolgendo addirittura persone estranee alla competizione politica, sarebbero volate ancora le denunce per diffamazione. Una per lista, stavolta bipartisan, i procedimenti sono in corso.
Non che la Magistratura non sia mai entrata in municipio a Montenero, basti pensare a quando nel 2011 furono condannati ex sindaco e assessori di qualche anno prima per abuso d'ufficio. C'era di mezzo l'incarico dato per supplire al custode del cimitero quando questi era assente. In fase di appello, però, arrivò l'assoluzione con formula piena, il fatto non sussisteva, i cinque erano completamente innocenti. Non era mancata nel frattempo qualche dimostrazione di giustizialismo da tot al chilo, ma era rimarcato il principio che non si è colpevoli fino a sentenza definitiva.
Tornando alle campagne elettorali, anche quella del 2010 fu molto tesa, oltre che lunghissima essendo partita di fatto già dall'autunno con la crisi amministrativa, il cui frutto sarebbe stato proprio l'elezione di Nicola Travaglini a sindaco, dopo dieci anni passati in minoranza. L'effetto collaterale delle denunce per diffamazione, fino ad allora assenti, sarebbe arrivato poco dopo e avrebbe riguardato in quella prima volta persone estranee alla competizione elettorale. I social e le connessioni mobili a internet erano agli albori, l'abbuffata di comunicazione con rischio di indigestione all'antipasto. Qualcosa cominciava a cambiare.
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