Le amministrazioni non sono mai state promoter nello sport locale?

Per la sindaca Contucci non bisogna intromettersi nelle attività delle associazioni, ma l'insidia è dietro l'angolo. Ecco i precedenti

Rossano D'Antonio
10/09/2021
Politica
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MONTENERO DI BISACCIA. "Attenzione a quando un amministratore diventa un promotore", una frase che non può che trovare d'accordo ogni liberale. A pronunciarla la sindaca Simona Contucci durante l'ultimo Consiglio comunale, parlando di contributi allo sport. Il Comune, il suo pensiero, non deve andare a cercare le associazioni per distribuire i contributi. Ma è sempre andata così? E' mai accaduto che la massima istituzione cittadina si sia intromessa nello sport locale, diventando appunto promotrice? Eccome se è successo.
Correva la fine degli anni Novanta, il nuovo stadio "De Santis" finalmente pronto, quando col cosiddetto progetto "Millenium" e le cordate di azionariato popolare si pensò di far compiere un grande salto di qualità alla locale squadra di calcio. Da qui l'ingresso di finanziatori nuovi e, quel che interessa in questa sede, dell'amministrazione comunale. In pratica vari membri di giunta e Consiglio comunale sedevano anche nel direttivo dell'Us Calcio Montenero. E quando, dopo i difficili anni di fine millennio col nuovo le cose cominciarono a ingranare, non era raro sentir parlare in riunioni a carattere sportivo esponenti politici che, a mo' di comizio, arringavano i presenti col motto: "Dobbiamo arrivare in serie D".
Ogni domenica il "De Santis" faceva il pienone e in tribuna non mancavano mai gli esponenti politici monteneresi. Erano gli anni di Montenero silicon valley della politica regionale e basti pensare che parecchie foto di esponenti istituzionali, usate su media di ogni tipo, erano scattate proprio allo stadio. Calcisticamente l'Us Calcio Montenero andò molto bene, vincendo Coppe Italia, disputando spareggi nazionali e rimanendo ai vertici regionali per almeno cinque anni. La linfa della politica sembrava far bene, lo sport era usato a fini di consenso, più lampante di così non poteva essere.
Finché non arrivò il 2005, l'anno del canto del cigno del centrosinistra (si veda articolo del 29/09/2021). La politica locale uscì di propria volontà dalla società di calcio, col senno del poi si sarebbe scoperto che il regolamento di conti interno era appena cominciato. Infatti quel centrosinistra sarebbe finito di lì a qualche anno, ma intanto l'Us Calcio Montenero, per paradosso e dopo un rimaneggiamento al ribasso di risorse e organico, riusciva nello storico passaggio in serie D. Accadeva con folta presenza di ragazzi locali ma anche per il buon avviamento costruito negli anni in cui c'era la politica in seno alla società. Poco dopo sarebbe finito tutto: società di calcio e persino lo stadio, ma questa è un'altra storia.
Fu quella, in sintesi, la più grande intromissione di sempre a Montenero della politica nello sport. Basti pensare alla discrezione dell'amministrazione comunale durante gli anni d'oro della pallavolo o del ciclismo, per esempio quando arrivò la Tirreno-Adriatico nel 1984. Ben altro protagonismo politico si sarebbe osservato anni dopo col Giro d'Italia, ma rimane quella di inizio millennio nel calcio l'ingerenza più evidente.
E oggi? Stando a quanto ascoltato solo pochi giorni fa dalla sindaca Simona Contucci il pericolo sembrerebbe scongiurato. La sua amministrazione, ha ribadito, non vuole essere promoter, ma limitarsi a mettere a disposizione le strutture e i contributi a chi ne faccia richiesta. In pratica essere super partes. Andrà così e finora è sempre andata così? Chissà. Se da un lato sembrano essere rientrati i dissidi con l'Asd Calcio Montenero, non si può tralasciare di osservare che in questo primo anno di legislatura ce ne sono stati eccome. Mal di pancia reciproci, manifestati con discrezione ma non troppo, si sono palesati in varie occasioni, culminando nella festa dello sport di inizio giugno. Non si è ancora capito il mancato invito da chi è dipeso, se dall'amministrazione o dagli organizzatori e parrebbe essere seguito anche una sorta di scarica barile. La polemica intanto è divampata, la classica divisione fra sostenitori e detrattori dell'amministrazione pure.
Sembra essere perennemente dietro l'angolo l'insidia dell'ingerenza, alimentata dalle sirene della ricerca del consenso e dell'esercizio del potere. I liberal che come Thoreau pensano che meno faccia un governo, in questo caso amministrazione, meglio è, sperano che quel proposito di non fare i promotori sia rispettato. Basta e avanza quanto accaduto a inizio anni Duemila.

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